umbral
La soglia è il limite, la frontiera che separa e contrappone due mondi, e il punto paradossale dove questi mondi comunicano, dove il passaggio dal mondo profano al mondo sacro può verificarsi.
(Mircea Eliade, Il Sacro e il Profano, 1956)
“Umbral” – soglia - è il titolo di questo ciclo con il quale l’artista ci invita a soffermarci sulla soglia, in questo momento magico in cui luce e ombra convivono. La soglia è da sempre un luogo sacro, allo stesso tempo è limite e passaggio, rappresenta sincronicamente una soluzione di continuità e un punto d’unione. Lungo questo crinale si sviluppa da sempre il lavoro di Silvia Paradela, artista nata in una terra delimitata dai fiumi: nella provincia di Entre Ríos in Argentina.
[...] Leggerezza e al contempo profondità sono le caratteristiche costitutive date dalla difficoltà di realizzare un’impalcatura capace di stare in piedi da sé, senza alcun fine, né alcuno scopo costruttivo più concreto se non quello
di rimanere a cullarsi nella propria radiante ombrosità.
L’artista vuole rispecchiare nel suo lavoro un pensiero, una riflessione, uno sguardo che definisce un compromesso tra l’individuo e il mondo, compromesso caratterizzato da una costante apertura nei confronti dei diversi linguaggi espressivi: il legame con la mia origine, con il cosmo, con l’universo, è il tema permanente del mio lavoro, che cerco di sviluppare con coerenza e in solitudine.
(Dal testo di presentazione di Davide Morandi)
2016, acrilico e matita su carta












umbral
La soglia è il limite, la frontiera che separa e contrappone due mondi, e il punto paradossale dove questi mondi comunicano, dove il passaggio dal mondo profano al mondo sacro può verificarsi.
(Mircea Eliade, Il Sacro e il Profano, 1956)
“Umbral” – soglia - è il titolo di questo ciclo con il quale l’artista ci invita a soffermarci sulla soglia, in questo momento magico in cui luce e ombra convivono. La soglia è da sempre un luogo sacro, allo stesso tempo è limite e passaggio, rappresenta sincronicamente una soluzione di continuità e un punto d’unione. Lungo questo crinale si sviluppa da sempre il lavoro di Silvia Paradela, artista nata in una terra delimitata dai fiumi: nella provincia di Entre Ríos in Argentina.
[...] Leggerezza e al contempo profondità sono le caratteristiche costitutive date dalla difficoltà di realizzare un’impalcatura capace di stare in piedi da sé, senza alcun fine, né alcuno scopo costruttivo più concreto se non quello
di rimanere a cullarsi nella propria radiante ombrosità.
L’artista vuole rispecchiare nel suo lavoro un pensiero, una riflessione, uno sguardo che definisce un compromesso tra l’individuo e il mondo, compromesso caratterizzato da una costante apertura nei confronti dei diversi linguaggi espressivi: il legame con la mia origine, con il cosmo, con l’universo, è il tema permanente del mio lavoro, che cerco di sviluppare con coerenza e in solitudine.
(Dal testo di presentazione di Davide Morandi)
2016, acrilico e matita su carta